Le acque di scarico inquinate che vengono prodotte fuori del perimetro delle canalizzazioni pubbliche non possono essere né immesse in un ricettore naturale, né lasciate infiltrare, né utilizzate insieme al concime aziendale (art. 12 cpv. 4 LPAc) ma devono essere raccolte in una fossa senza scarico e destinate a intervalli regolari a una stazione centrale di depurazione delle acque o a un trattamento specifico. Si definiscono trattamenti delle acque reflue o depurazione delle acque reflue i processi di rimozione degli inquinanti dall’acqua reflua proveniente da attività urbana o industriale, ovvero di un effluente che è stato contaminato da inquinanti di natura organica o di natura inorganica e chimica.
Per il trattamento delle acque reflue la tecnologia ci mette a disposizione impianti di depurazione sempre più affidabili che possono essere costituiti da una serie di manufatti, ognuno con specifiche funzioni, nei quali viene attuata la depurazione degli scarichi di origine civile e industriale.
Solitamente in un impianto di trattamento delle acque reflue si distinguono due linee specifiche:
• la linea acque
• la linea fanghi
Nella linea acque vengono trattati i liquami grezzi provenienti dalle fognature e di regola comprende tre stadi:
trattamento primario: Un insieme di operazioni anche di natura differente finalizzate a modificare le caratteristiche (soprattutto fisiche) delle acque reflue e renderle idonee all’ottimizzazione dell’efficienza dei trattamenti e delle operazioni successivamente applicate.
trattamento secondario: solitamente si tratta di un processo di tipo biologico utilizzato per la rimozione delle sostanze organiche sedimentabili e non sedimentabili in forma prevalentemente solubile.
Nella linea fanghi vengono trattati i fanghi di esubero prodotti durante le fasi di sedimentazione previste nella linea acque.